Coronavirus a Bergamo: anche in un’inchiesta del Washington Post le gravi conseguenze su metà dei guariti
In un lungo articolo il Washington Post, che fin dall’inizio della pandemia ha dedicato molta attenzione a ciò che succedeva a Bergamo tanto che in un articolo di metà marzo parlava di una situazione che era «peggio di una guerra», riferisce che metà dei pazienti bergamaschi non si sono del tutto ripresi dalle conseguenze della malattia
Il giornale americano analizza gli studi effettuati sui pazienti dimessi e poi chiamati per il «follow-up» negli ambulatori in Fiera per monitorare le loro condizioni, per scoprire che tanti non sono mai guariti del tutto.
Molti di loro, spiega il giornale, si sentono come se fossero improvvisamente invecchiati. “Come ti senti?” (è il dialogo riportato dal giornale fra un medico e una paziente di 54 anni che ancora non può salire una rampa di scale senza perdere il fiato. «Mi sento come se avessi 80 anni», ha detto la donna.
Ci sono poi quelli costretti a dormire di più la notte per sentirsi riposati eppure capita che si addormentino in pieno giorno; faticano a salire le scale, in alcuni casi c’è chi ha dovuto reimparare a parlare, mangiare e deglutire. «Un paziente, 65 anni — racconta il giornale americano — , ha sviluppato una perdita di memoria a breve termine e ora vive sotto una montagna di bigliettini, con nomi e numeri di telefono, in modo che possa ancora gestire la sua attività di pompe funebri. Una risonanza magnetica post-covid ha mostrato lesioni simili a punti sul suo cervello. Un altro, 61 anni, si è ripreso abbastanza bene da poter andare in vacanza quest’estate. Ma dorme quattro ore in più per notte e a volte si addormenta improvvisamente a mezzogiorno, con la testa sulla tastiera del computer».
Sono conseguenze che riguardano circa la metà dei 750 pazienti sottoposti a screening, e se molti sono pienamente guariti il 30% presenta cicatrici polmonari e problemi respiratori, un altro 30% ha infiammazione arteriosa e problemi di coagulazione, altri ancora presentano insufficienze degli organi. Oltre a dolori alle gambe, formicolio, perdita di capelli, affaticamento e depressione. Il giornale racconta di un paziente che ha sviluppato un’infezione fungina che ha fatto nascere delle bolle nei polmoni che potrebbero causare seri problemi nel momento in cui dovessero esplodere. «Vivo con questa spada di Damocle», dice l’uomo. «I medici — nota il giornale — dicono che uno dei misteri del virus è come i recuperi possano essere rapidi per alcuni e brutali per altri. Alcuni pazienti avevano condizioni preesistenti, ma i medici dicono che i sopravvissuti non stanno semplicemente vivendo una versione di vecchi problemi. “Stiamo parlando di qualcosa di nuovo”, ha detto Marco Rizzi, responsabile dell’unità di malattie infettive dell’ospedale».
La Proposta di ProgettAzione, e del Progetto finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca
Per affrontare alcuni degli esiti della pandemia ProgettAzione mette a disposizione una servizi per pazienti post Covid-19, per:
– valutazione e riabilitazione disfonia (area voce) volta al miglioramento delle capacità fonatorie e pneumo- foniche in pazienti con disfonia per lesione post estubazione o lesione iatrogenea delle corde vocali.
– valutazione e riabilitazione disartria (area fono-articolatoria) con lo scopo di potenziare le abilità fono- articolatorie e migliorare l’intelligibilità dell’eloquio con danni a carico dell’apparato pneumo-fono- articolatorio che determinano difficoltà di natura pneumo-fonica o articolatoria.
A questi interventi potrà essere affiancata la supervisione e consulenza di un neurologo che da anni lavora e collabora con l’equipe all’interno dei percorsi di riabilitazione per pazienti con GCA o con deterioramento cognitivo. Laddove possibile gli interventi verranno realizzati online o supportati dall’utilizzo di software riabilitativi gestiti in remoto da un terapeuta al fine di rendere intensivi i percorsi riabilitativi e ridurre i costi degli interventi.
Le prestazioni sono a disposizione a tariffe agevolate grazie ad un finanziamento dalla Fondazione della Comunità Bergamasca
Informati senza impegno: 035.657351 o postcovid@cooperativaprogettazione.it