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Le scuole senza tecnologia sono oggi ancora possibili?

Le scuole senza tecnologia sono oggi ancora possibili?

Didattica a distanza, tablet, lavagne digitali, anche in classe ormai la tendenza è quella di digitalizzare e formare i più piccoli all’hi tech.

Le scuole senza tecnologia sono oggi ancora possibili?
Google e Apple promuovono i loro software nelle scuole pubbliche per offrire ai piccoli «le competenze del futuro», le scuole sono sempre più digitalizzate e anche i più piccoli si sono abituati a telefoni, didattica a distanza e tablet.
Nella Silicon Valley, però, così come in altre aree, i dirigenti del settore tecnologico scelgono per i propri figli le «Waldorf Schools» che promuovono l’approccio educativo sviluppato a partire dal 1919 da Rudolf Steiner: apprendimento attraverso attività ricreative e pratiche.

I pionieri del web, quindi, come tanti altri manager della Silicon Valley, pare che vietino i dispositivi tecnologici in casa e scelgono asili e scuole tutt’altro che hi-tech.
Gli istituti pubblici americani che ospitano i figli delle classi medie e più povere diventano sempre più digitalizzati (ciò si è rivelato particolarmente positivo negli anni del Covid perché ha permesso a tutti gli alunni, anche quelli più svantaggiati, di seguire le lezioni da remoto).
A Los Altos c’è la Waldorf School of the Peninsula, con circa 320 studenti dall’asilo nido alla scuola superiore (2/3 hanno genitori che lavorano per i giganti del web): per i più piccoli soprattutto giocattoli di legno e interazioni all’aria aperta.
Si tratta di uno dei 270 istituti steineriani negli Stati Uniti, 52 solo in California. In Italia ce ne sono 97 (65 scuole dell’infanzia, 30 scuole del primo ciclo e 2 scuole superiori, con 4 mila alunni e 500 insegnanti). Nel mondo sono oltre 3.100 con circa un milione di alunni e un aumento del 500% di iscrizioni negli ultimi 20 anni.
Secondo i sostenitori di questo metodo pedagogico, che insegna le frazioni tagliando la frutta in parti uguali, i computer inibiscono il pensiero creativo dei bambini e riducono i tempi di attenzione.

In altre realtà solo a partire dalla terza media è previsto l’uso limitato di gadget tecnologici. I costi delle iscrizioni sono alti (si va dai 23 mila dollari dell’asilo ai 45 mila del liceo), ma nonostante l’assenza di lavagne interattive e di aule cablate a detta della scuola la preparazione è garantita: il 95% dei ragazzi che si diplomano nell’istituto entra nelle più prestigiose università americane e si laurea in modo eccellente. Per chi non può permettersi queste rette restano scuole e asili pubblici che hanno scelto, in maggioranza, aule cablate e device.
Ad esempio la pubblica Hillview Middle School propone il programma iPad 1:1 ovvero per ogni alunno un iPad su cui studiare.  La rete di scuole materne esclusivamente online «Waterford UPSTART» è presente in più di 15 Stati e serve oltre 300 mila bambini all’anno.

Come possiamo educare i bambini e i giovani ad un utilizzo sano della tecnologia?La tecnologia è neutra e sta a noi farne buon uso!

Come gli Stati Uniti, anche l’Italia punta sullo sviluppo digitale della scuola pubblica. Già ora gli studenti di primarie e secondarie utilizzano dispositivi elettronici in classe e a casa (circa l’88% dei bambini e ragazzi tra i 9 e i 16 anni). Il Pnrr prevede un investimento complessivo nell’istruzione di 17,5 miliardi, di cui 2,1 miliardi per realizzare la transizione digitale e dotare gli istituti degli strumenti più innovativi in modo da «trasformare le aule in ambienti di apprendimento connessi e digitali».

La questione chiaramente non è la tecnologia digitale in sé, che è sempre più parte integrante della nostra vita, e contribuirà a migliorarla, ma come educare i bambini all’utilizzo dei dispositivi senza diventarne dipendenti

Anche su questo terreno la distanza fra ricchi e poveri si sta allargando: i primi più stimolati a sviluppare memoria, concentrazione, empatia e capacità comunicativa, i secondi assorbiti nel mondo solitario del virtuale e con sempre maggiore difficoltà a relazionarsi.

Per maggiori informazioni consultare i seguenti link:
http://www.cooperativaprogettazione.it
https://educationaround.org/blog/2019/01/10/perche-i-manager-della-silicon-valley-vietano-lo-smartphone-ai-propri-figli/

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